Nel 2019 Manni Group ha diminuito del 21% le emissioni di gas serra a responsabilità diretta rispetto al 2016, superando il proprio stesso traguardo fissato a –15%. Ora il Gruppo punta più in alto: ridurre queste emissioni fino al 40% entro il 2028, in linea con gli obiettivi dell’Accordo di Parigi per mantenere il riscaldamento globale sotto i 2°C ed approvati da Science Based Targets initiative.
Nel 2015, a conclusione della COP 21 di Parigi, i 196 paesi partecipanti hanno assunto l’impegno unanime di ridurre la produzione di diossido di carbonio “il più presto possibile” e di impegnarsi per mantenere il riscaldamento globale “ben al di sotto di 2°C” in più rispetto ai livelli pre-industriali. Dotarsi di targets di riduzione delle emissioni climalteranti in linea con quanto richiesto dalla comunità scientifica e dagli Accordi di Parigi significa fissare dei “science-based targets” prevenendo le peggiori conseguenze del cambiamento climatico.
Nonostante i provvedimenti da parte di governi, aziende e società civile, le emissioni totali di gas serra (GHG) di origine antropica continuano ad aumentare: si prevede che le temperature medie globali si alzeranno da 3,7° a 4,8°C[1] entro la fine di questo secolo, ben oltre i livelli di sicurezza stabiliti dalla comunità scientifica internazionale. La maggior parte delle emissioni globali di CO2 provengono direttamente o indirettamente dal settore produttivo, il quale ha dunque una grande responsabilità nella salvaguardia del clima e nel garantire la transizione verso un’economia a basso contenuto di carbonio.
Questo approccio non va solo a favore del pianeta, ma anche delle imprese stesse: quelle che si prefissano dei science-based targets costruiscono valore aziendale a lungo termine e proteggono la loro redditività futura. Tali targets, infatti:
- promuovono l’innovazione attraverso lo sviluppo di nuove tecnologie e prassi operative;
- fanno risparmiare denaro e aumentano la competitività, garantendo la sostenibilità e l’efficienza dell’azienda in un futuro in cui le risorse diventeranno sempre più costose, in particolare quelle derivate dai combustibili fossili;
- rafforzano la credibilità e la reputazione aziendale tra gli Stakeholders;
- influenzano e preparano la politica pubblica ai cambiamenti: le società leader nel limitare le emissioni di GHG hanno maggiore peso nelle scelte politiche e contribuiscono a plasmare la legislazione in materia ambientale.
A seguito degli Accordi di Parigi è nata Science Based Targets initiative (SBTi), una joint venture tra United Nations Global Compact, Carbon Disclosure Project (CDP), World Resources Institute (WRI) e World Wide Fund for Nature (WWF): il suo scopo è revisionare gli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas effetto serra assunti dalle aziende, per garantire che siano in linea con quanto concordato a Parigi.
Il Gruppo è tra i precursori in Italia ad aderire al protocollo della SBTi: oggi compare insieme ad altre 9 grandi aziende italiane, accanto a Pirelli, Barilla, Enel, Fastweb, Moncler. Da marzo 2017 Manni Group si è impegnata (‘committed’) a fissare nuovi targets in linea con l’obiettivo di mantenere il riscaldamento globale “ben al di sotto di 2°C”. SBTi, infatti, classifica gli obiettivi di riduzione in tre categorie: 2°C, ben al di sotto di 2°C, 1,5° C.
Manni Group ha già raggiunto nel 2019 il precedente traguardo di –15% di emissioni di CO2, grazie al taglio del 21% di emissioni in categoria 1 e 2 rispetto al 2016.
Sempre nel 2019, grazie al confronto con il Comitato Scientifico di Science Based Targets initiative e la collaborazione con Aequilibria di Daniele Pernigotti, tra i più rilevanti esperti di cambiamento climatico in Italia, il Gruppo veronese dell’acciaio ha revisionato i propri obiettivi di riduzione delle emissioni. Utilizzando le indicazioni della nuova normativa UNI EN ISO 14064-1:2019, l’inventario delle emissioni annuali del Gruppo è stato ampliato alle categorie 3 e 4, relative rispettivamente ai trasporti upstream e downstream e alle emissioni legate ai beni acquistati, estremamente rilevanti dal momento che rappresentano quasi il 99% del totale delle emissioni sull’intera catena del valore. Valori che sono attestati da una verifica di parte terza accreditata, svolta da Bureau Veritas Italia, e resi pubblici attraverso il registro di Carbon Footprint Italy.
La stimolante sfida lanciata da Manni Group punta ora a una riduzione del 40% entro il 2028 sulle proprie emissioni dirette e da consumo energetico, e del 18% e 20% su quelle relative ai trasporti e alla produzione dei materiali approvvigionati dai propri fornitori. A luglio 2020 SBTi ha approvato i nuovi, sfidanti obiettivi di Manni Group, confermando come essi siano in linea con l’Accordo di Parigi, nella categoria “ben al di sotto dei 2°C”.
I traguardi già raggiunti sono stati possibili grazie all’apporto di Manni Energy, l’azienda nata nel 2011 che svolge servizi di progettazione, manutenzione ed efficientamento energetico per i clienti, e che si occupa anche della gestione energetica di tutto il Gruppo.
Dal 2017 Manni Energy ha preso in carico le attività di efficientamento energetico volte a ridurre l’impatto delle emissioni di gas climalteranti di responsabilità dell’azienda. Il progetto ha visto lo svolgimento di audit energetici su tutti gli stabilimenti nel territorio italiano, e successivamente la predisposizione di un piano di interventi che comprende le seguenti attività, avviate nel 2018:
- installazione di impianti di Power Quality
- efficientamento degli impianti illuminotecnici
- ottimizzazione energetica dei processi di produzione e distribuzione dell’aria compressa
- sostituzione e inverterizzazione dei motori
- ottimizzazione delle attività di generazione di calore di processo
- installazione di nuovi motori elettrici ad alta efficienza
- installazione di nuovi impianti di autoproduzione di energia da fonti rinnovabili
Nel frattempo è terminata l’installazione dei sistemi di monitoraggio energetico su tutte le aziende italiane del Gruppo, grazie anche al software della neo-acquisita società Maetrics, per garantire una misurazione capillare dei propri consumi con cui pianificare al meglio la produzione e gli interventi di efficientamento.
Con la validazione dei targets di riduzione da parte di SBTi, Manni Group ha già superato una prova importante: rendicontare e tenere sotto controllo le emissioni inerenti la catena di fornitura, soprattutto trasporti e produzione di beni e materie prime utilizzati dalle società del Gruppo. Va infatti ricordato che Manni Group si approvvigiona da oltre 170 fornitori di materie prime provenienti da oltre 30 paesi nel mondo, e serve quasi 100 mercati.
Questo rende l’idea di quanto possa essere sfidante l’obiettivo assunto nel lungo periodo: riuscire a influenzare l’intera filiera per ottenere i risultati di riduzione che Manni Group si è prefissato per queste categorie di emissioni.
[1] Science-Based Targets: The Call to Action, https://sciencebasedtargets.org/wp-content/uploads/2016/04/Science-Based-Targets-Call-to-Action-Brochure-English.pdf