MANNI GROUP DESIGN AWARD 24 IRON ISLAND

Iron Island

La quinta edizione del Manni Group Design Award trasforma le piattaforme off-shore del Mare Adriatico in modelli di riqualificazione virtuosa, orientata a soluzioni sostenibili per i territori.

V Manni Group Design Award

Come gli antichi titani, le piattaforme vivono oggi il proprio esilio abbandonate alla ruggine e all’oblio del mare

Iron Island, un progetto collaborativo di Manni Group, CNR-IRBIM e YAC, indaga il futuro delle piattaforme petrolifere off-shore nel Mare Adriatico. Queste maestose strutture, simboli dell'era industriale, sono ora sorprendenti ecosistemi di biodiversità. Il concorso affronta il dilemma del 'decommissioning': rimuovere o riconvertire queste isole di acciaio e cemento? In un'epoca orientata alla decarbonizzazione e sostenibilità, la questione diventa cruciale. Iron Island esplora come trasformare queste piattaforme, un tempo destinate all'estrazione di petrolio, in avamposti per la tutela ambientale e la ricerca scientifica. Mentre il legislatore dibatte su come gestire queste strutture, esse offrono rifugio a numerose specie marine, assomigliando a barriere coralline artificiali. La sfida è ridefinire il loro ruolo nel contesto ambientale, proponendo soluzioni innovative che rispettino sia l'ambiente marino sia le esigenze umane. Con questo obiettivo, il Manni Group Design Award invita architetti, ingegneri e pensatori a concepire nuovi usi per queste piattaforme, ridefinendo il paesaggio marittimo per un futuro più sostenibile.

GIURIA

SITO

Ad oggi, nei mari che lambiscono la penisola italiana, sono presenti 132 piattaforme estrattive off-shore, di cui 12 sono inattive. La quasi totalità di queste strutture (116) è localizzata nell’Adriatico, principalmente al largo delle coste dell’Emilia Romagna, delle Marche e dell’Abruzzo. L’attuale piano che regola l’uso del sottosuolo per fini estrattivi, il “Piano Regolatore Pitesai”, ha un ruolo chiave nel definire il futuro delle piattaforme. Infatti, secondo il Piano, tutte le strutture che si trovano entro 12 miglia dalla costa sono localizzate in una zona dove non possono essere cercati né sfruttati nuovi giacimenti di petrolio o gas metano. Per questa ragione, le piattaforme presenti in questa area possono continuare le attività estrattive fino all’esaurimento delle risorse, per poi dover essere necessariamente dismesse. Ciò comporta che, nel prossimo futuro, 72 di queste piattaforme dovranno essere dismesse (ovvero, circa il 55% del totale). Come anticipato in precedenza, i costi delle procedure di decommissioning sono estremamente alti, in quanto le complesse operazioni di rimozione delle strutture devono essere realizzate in condizioni tali da non provocare alcun danno all’ambiente circostante, il quale deve essere poi bonificato per essere portato allo stato originario. Successivamente, le strutture rimosse devono essere trasportate in centri specializzati, che provvedono alla loro bonifica e smaltimento. Procedure complesse, rischiose e a loro volta inquinanti.


Il concorso prenderà a riferimento una piattaforma tipo permettendo la conduzione di diverse direzioni di ricerca: usi culturali/turistici/di intrattenimento o in linea con funzioni di monitoraggio e ricerca sul clima e/o sugli ecosistemi marini.